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Per Aspera Ad Veritatem n.18
Segreto di Stato. La verità da Gladio al Caso Moro. Intervista con Giovanni Pellegrino

Giovanni Fasanella e Claudio Sestieri - Einaudi, Torino, 2000





È stato di recente pubblicato, per i tipi della Casa Editrice Einaudi - Collana Gli Struzzi - un libro-intervista al senatore Giovanni Pellegrino, dal 1994 Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi.
L'intervista, condotta dai giornalisti Giovanni Fasanella e Claudio Sestieri, è un lungo percorso che prende le mosse dagli equilibri politici determinatisi, in Italia e nel mondo, nell'immediato dopoguerra - il cosiddetto equilibrio di Yalta - e si snoda quindi attraverso un approfondimento dei numerosi passaggi ancora oscuri della strategia della tensione e del terrorismo che, in particolare dalla fine degli anni '60 a metà degli anni '80, hanno insanguinato il nostro Paese.
La Commissione Stragi, come si sa, ha in questi sei anni raccolto una mole impressionante di documentazione (circa un milione e mezzo di documenti, secondo il testo). Ha inoltre ascoltato in audizione centinaia di protagonisti, diretti e indiretti, di quegli anni. Si è avvalsa di consulenti di varia estrazione, nonché di documentazione processuale e di indagine. Tutto ciò non è stato tuttavia ancora sufficiente per elaborare, in una chiave di lettura storica e politica condivisa, una relazione finale.
Le ragioni sono molteplici. Tra queste, una è ipotizzata dagli Autori nell'introduzione del volume. Si tratterebbe della scarsa capacità del mondo politico italiano di portare fino in fondo una riflessione sugli avvenimenti del passato senza farsi condizionare dalle esigenze politiche contingenti. Attraverso un approccio storico, in altri termini, scevro da interessi di parte e dalla tentazione di utilizzare il passato per un'opera di delegittimazione dell'avversario. Non va del resto trascurata, come ben emerge dalla lettura del testo, la circostanza che non poche pagine di questo tragico periodo dell'esperienza italiana, restano obiettivamente oscure ed ambigue nell'interpretazione "a posteriori", e pertanto la costruzione di un quadro d'insieme non può non implicare scelte personali nella lettura dei fatti e dei profili soggettivi di molti dei protagonisti.
Ciò che il Senatore Pellegrino in effetti propone come più originale "valore aggiunto" degli approfondimenti della Commissione è, in primo luogo, l'aver analizzato gli episodi di stragismo e di terrorismo spostando l'attenzione dallo scenario usuale e comune della guerra fredda a quello della conflittualità nord-sud, cioè quella inter-occidentale finalizzata alla conquista dell'egemonia nell'area mediterranea.
C'è di più. Egli propone una chiave di lettura del complesso degli avvenimenti che vanno dalla strategia della tensione al sequestro e all'omicidio di Aldo Moro secondo una impostazione che gli consente di aprire nuove e significative prospettive di comprensione di molti avvenimenti. La vera e propria "patologia del segreto", che avrebbe impedito di conoscere molte verità, così come i depistaggi e le omissioni, sarebbero stati indotti, può riassumersi in modo estremamente semplificato, in una necessità, in qualche modo condivisa, che accomunava i due schieramenti politici che all'epoca si confrontavano.
Da un lato, l'esigenza di mantenere il segreto atlantico, nel cui ambito nasce e si sviluppa la struttura Gladio, nel contesto di un anti-comunismo di Stato giustificato dalla condizione storica. Dall'altro, la doppia fedeltà del principale partito di opposizione alla Costituzione repubblicana e all'Unione Sovietica, espressa anche attraverso un'organizzazione paramilitare e clandestina, cosiddetta Gladio Rossa. Una sorta di tacito accordo che sarebbe, tra l'altro, una delle ragioni che mossero la svolta berlingueriana del compromesso storico.
Proprio la necessità di tutelare tanti segreti, secondo Pellegrino, è all'origine del muro di gomma che ha incontrato chiunque abbia tentato di indagare a fondo. Naturalmente, calandosi nello specifico dei singoli avvenimenti, il quadro si fa estremamente complicato e complesso e rivivono nelle pagine dell'intervista i molteplici e ormai ben noti fatti inspiegabili e inquietanti che fanno da contorno a molti tragici avvenimenti, in relazione ai quali la percentuale di interpretazione soggettiva e dunque di opinabilità, ancorché resa meno incerta da una completa conoscenza dell'intero scenario, certamente si eleva.
Uno dei meriti del volume è, del resto, quello di mantenere viva la soglia dell'attenzione sulla necessità della ricerca della verità per un periodo cruciale della nostra storia recente, che in molti avvertono come un passaggio essenziale per uno sviluppo maturo del nostro sistema democratico, consentendo di apprendere, da parte della persona probabilmente al momento meglio documentata, possibili linee di interpretazione proposte con una spiccata sensibilità intellettuale, senza pregiudizi di natura ideologica.
Del resto, la pubblicazione del volume-intervista ha suscitato non pochi commenti, spesso opposti nelle conclusioni. C'è chi ha visto in questa scelta il fallimento definitivo di una possibile conclusione bipartisan dei lavori della Commissione. Le stesse posizioni del Presidente Pellegrino, d'altro canto, in qualche modo "revisioniste" rispetto a teorie, come quella del cd. doppio Stato, fortemente accreditate negli anni passati, hanno aperto un dibattito ampio e profondo di cui molte pagine, riteniamo, devono essere ancora scritte.



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